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La grande mostra su Federico Barocci nella Galleria Nazionale delle Marche

URBINO –Dal 19 giugno al 6 ottobre Palazzo Ducale accoglierà l’esposizione monografica dedicata a uno dei figli più illustri della città, con prestiti eccellenti dai principali musei italiani e internazionali.  Nei sontuosi spazi di Palazzo Ducale, a cura di Luigi Gallo (Direttore della Galleria delle Marche) e Anna Maria Ambrosini Massari (Docente di Storia dell’Arte moderna all’Università di Urbino), con Luca Baroni e Giovanni Russo, le sale del palazzo ducale di Urbino accoglieranno una straordinaria selezione delle opere di Barocci provenienti dalle raccolte di tutto il mondo. 

Tra queste vi è senza dubbio la grande pala della  della Visitazione, destinata ai padri oratoriani della Chiesa Nuova.  Barocci impiegò tre anni di lavoro per realizzarla e nella tarda primavera del 1586 l’opera era pronta a partire per Roma.  Qui giunse a  metà luglio dello stesso anno e, secondo la testimonianza dell’ambasciatore urbinate Grazioso Graziosi, si fa «continua processione per vederla».

Tutti i pittori di Roma si recarono ad ammirare il dipinto del maestro di Urbino, che non realizzava un’opera per l’Urbe da oltre 20 anni e che riconquistò così, improvvisamente, al centro dell’attenzione internazionale. Oltre 430 anni dopo la pala della Visitazione, amata da San Filippo Neri (che, guardandola, raggiunse l’estasi mistica) e bramata dai collezionisti inglesi del Settecento come il Conte di Spencer (che tentò invano di acquisirla nel 1769 per tramite del pittore Gavin Hamilton), si appresta a seguire il percorso inverso, tornando per la prima volta a Urbino, dopo un attento restauro che ne ha rivelato le eccezionali qualità cromatiche.

La pala della Visitazione non sarà l’unica a tornare, dopo secoli, nella città d’origine. Con prestiti eccezionali, provenienti dai principali musei nazionali e internazionali, che arricchiscono la collezione già molto importante della Galleria Nazionale delle Marche, la mostra, di taglio monografico, raccoglie più di 80 dipinti e disegni di Barocci, illustrando tutte le fasi della sua lunga carriera.

L’imponente campagna di prestiti si è svolta grazie alla disponibilità e la collaborazione degli enti prestatori: le Gallerie degli Uffizi, primo e imprescindibile riferimento per la storia collezionistica di Urbino; i Musei Vaticani; la Galleria Borghese e le Gallerie Nazionali d’Arte Antica che, per la prima volta, prestano tutti i capolavori del pittore da loro conservati, e con loro le chiese e le collezioni diocesane di Roma, Perugia e Senigallia.

Eccezionale è stata anche la risposta dei musei stranieri come il Louvre e la Fondation Custodia di Parigi, il Musée Bonnat di Bayonne, il Prado di Madrid, il Kunsthistorisches di Vienna, il Kupferstichkabinett degli Staatliche Museen di Berlino, Rijksmuseum di Amsterdam, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, la National Gallery e il British Museum di Londra, le Collezioni Reali di Windsor, l’Ashmolean di Oxford, il Szépművészeti Múzeum di Budapest, il Metropolitan di New York.

Tra i rientri più importanti, considerando anche le dimensioni, va segnalata la Deposizione dalla Croce proveniente dal Duomo di San Lorenzo di Perugia; invece hanno percorso una strada ben più lunga il Ritratto di Giuliano della Rovere del Kunsthistorisches Museum di Vienna (già di proprietà degli Uffizi, ma scambiato a fine Settecento con un dipinto di Albrecht Dürer) e la Madonna del gatto della National Gallery di Londra. Ben sette i dipinti che arrivano dagli Uffizi e dai depositi di Palazzo Pitti; tra questi, un gruppo di ritratti (tra cui i due Autoritratti di Barocci, rispettivamente in età giovanile e senile, quello del giovane principe Francesco Maria della Rovere di ritorno da Lepanto e di suo zio Ippolito della Rovere), e l’elegante Noli me tangere in cui alle spalle del gruppo composto dallo scultoreo Cristo e dalla Maddalena si apre una magnifica veduta di Urbino nella calda luce del tramonto.

Praticamente nessuna opera di Barocci è rimasta a Roma, città che con Urbino e Firenze conserva il maggior numero al mondo di opere di Barocci. Dalla Chiesa Nuova di Roma sono arrivate arrivata la già citata Visitazione e la Presentazione della Vergine al Tempio, mentre la chiesa di Santa Maria Sopra Minerva ha prestato la tenebrosa Istituzione dell’Eucarestia. La Galleria Borghese di Roma si è privata di entrambi i suoi Barocci, l’inquieto notturno con il San Girolamo nel deserto e la grande Fuga di Enea da Troia, che tornerà eccezionalmente a dialogare con il suo cartone preparatorio appositamente inviato dal Museo del Louvre. Le Gallerie Nazionali d’Arte Antica hanno inviato un Ritratto d’Uomo normalmente esposto presso Palazzo Corsini. Anche i Musei Vaticani hanno contribuito con tutti e tre i loro Barocci, la celebre Annunciazione, vera icona dell’arte marchigiana del Cinquecento, il Riposo in Egitto, eseguito da Barocci per l’amico perugino Simonetto Anastagi nel 1573, e l’estatica Beata Michelina da Pesaro in cui si palesano le primizie del sentire barocco.

Altri prestiti singoli, ma di grande rilevanza, sono la Madonna della Gatta di Palazzo Pitti, che raffigura sullo sfondo il Palazzo Ducale di Urbino; il Ritratto d’Uomo dell’Ambasciata italiana di Londra, capolavoro della ritrattistica di Barocci che rientra in Italia per la prima volta dal XVIII secolo, e la Natività del Museo del Prado di Madrid, già appartenuto all’ultimo duca di Urbino e da lui donato alla regina di Spagna durante i primi anni del Seicento.

Non mancano, infine, grandi prestiti anche dal contesto marchigiano. La Pinacoteca civica ‘Augusto Vernarecci’ di Fossombrone ha prestato il San Francesco che riceve le Stimmate, che entrerà in dialogo con le grandi Stimmate di San Francesco della Galleria Nazionale delle Marche e con il San Francesco nella Grotta del Metropolitan Museum of Art di New York; mentre da Senigallia arriveranno, rispettivamente dall’Oratorio della Croce e dalla Pinacoteca Diocesana, l’eccezionale Seppellimento di Cristo, esposto accanto ai bozzetti per la preparazione delle luci e dei colori conservati rispettivamente al Rijksmuseum di Amsterdam e alla Galleria Nazionale delle Marche, e la Madonna del Rosario, confrontata per l’occasione con il sontuoso preparatorio bozzetto in chiaroscuro prestato dall’Ashmolean Museum di Oxford.

Le opere che tornano a Urbino da ogni dove, moltissime per la prima volta dalla loro esecuzione, confermano quanto la sinergia fra enti di conservazione sia determinante per la conoscenza della nostra grande eredità culturale. Ed è significativo che nell’anno in cui Pesaro è Capitale Italiana della Cultura, Urbino sia protagonista di questo evento, proponendo una mostra dedicata a uno dei suoi figli più illustri.

Nel segno di Federico Barocci, il Palazzo Ducale ha elaborato un ampio progetto culturale, sostenuto dalla Direzione Generale Musei e condiviso con i più grandi musei del mondo, al fine di celebrare l’opera del grande pittore che chiude idealmente la sublime stagione del Rinascimento urbinate, dominata da artisti del calibro di Piero della Francesca, Bramante e Raffaello. A cavallo fra due secoli, Barocci si fa interprete dell’emozione della pittura moderna che questa mostra vuole raccontare grazie ai tanti capolavori esposti nelle sontuose sale del museo.

Percorso espositivo

La mostra si articola in sei nuclei narrativi, legati alla successione temporale dell’opera di Barocci e organizzati seguendo i diversi temi della sua pittura.

Sala 1: contesto culturale

Nella prima sala si esaminerà il contesto culturale in cui l’artista si forma e lavora, presentando ritratti dei personaggi più rappresentativi della corte e del suo principale committente, il duca Francesco Maria II Della Rovere.

Sala 2: composizione delle Pale d’Altare

La seconda sala sarà dedicata al tema della composizione delle grandi pale d’altare, con particolare attenzione agli innovativi effetti di notturno che rivoluzionano la tradizione cinquecentesca.

Sala 3: affetti, natura ed emozioni

In questa sala verranno approfonditi gli affetti, la natura e le emozioni attraverso dipinti di piccole dimensioni destinati alla devozione privata.

Sala 4: grafica di Barocci

Verrà dedicato uno spazio alla grafica di Barocci, con una selezione significativa di disegni, cartoni e incisioni provenienti dalle principali raccolte nazionali e internazionali.

Sala 5: composizioni dalla fase preparatoria all’opera finita

Nella quinta sala si potranno ammirare le composizioni dalla fase preparatoria all’opera finita, con opere esposte insieme ai relativi bozzetti preparatori.

Sala 6: ultime opere

Verranno presentate le ultime opere del pittore risalenti al primo decennio del Seicento, anticipando alcune soluzioni che contraddistinguono l’arte barocca.

Continuità nell’appartamento roveresco

L’arte di Barocci continuerà nell’appartamento roveresco del secondo piano, dove il Palazzo Ducale vanta il numero più consistente di opere della sua produzione sacra.

20.06.2024 – 06.10.2024

Inaugurazione: 18.06.2024 ore 12.00

INFO MOSTRA
Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna
a cura di Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari

con Luca Baroni e Giovanni Russo
19.06.2024 – 06.10.2024
Inaugurazione: 18.06.2024 ore 12
Orari: da MA a DO: dalle 8:30 alle 19:15 (chiusura biglietteria ore 18:15); LU chiuso
Ingresso: € 12 intero; € 2 ridotto; € 1 prenotazione
Catalogo edito da Electa
Galleria Nazionale delle Marche
Palazzo Ducale di Urbino, Piazza Rinascimento 13, 61029 Urbino (PU)
Telefono: 0722 2760
gan-mar@cultura.gov.it
www.gallerianazionalemarche.it

 

Ufficio media

Marco Ferri 

È+39 335 7259518

🖂press@marcoferri.info

 

Info

Galleria Nazionale delle Marche

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Piazza Rinascimento 13, 61029 Urbino (PU)

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